errata corrige

All’inizio di questa avventura vi ho avvertito: dato che parlo a braccio con pochi, schematici appunti davanti, posso commettere errori e dire cose inesatte.

Proprio ieri c’era qualcosa che non andava, ripassavo mentalmente le ultime puntate, sicuro di scovare qualcosa tra le mie parole bisognoso di revisione.

Così è stato: nella puntata dedicata alle origini della letteratura francese dico che i poeti cortesi, i trovatori in lingua d’oc della Provenza, fuggono dalle persecuzioni di Innocenzo III durante la crociata contro gli albigesi e trovano rifugio presso la corte di Federico II.

Non è andata così. Ha prevalso la mia tendenza a romanzare la storia, dando però informazioni inesatte. A quanto pare, secondo L’atlante della letteratura italiana della Einaudi, l’imperatore Federico II non ospitò mai alcun trovatore, dato che questo avrebbe inficiato il suo progetto di produrre poesia esclusivamente in siciliano.

Lui e i suoi intellettuali conoscevano la poesia provenzale e anche quella francese in lingua d’oil (i cicli bretoni e carolingi, i poemi cavallereschi per capirci), ma volevano produrre qualcosa di nuovo in volgare.

A questo posso aggiungere che i trovatori trovarono invece, fin dall’inizio, nel XII secolo, ospitalità presso le corti e i primi comuni dell’Italia settentrionale e centrale, e fu proprio qui che i poeti italiani iniziarono la tradizione poetica in volgare, scrivendo spesso anche in francese.

Quello che è certo è che l’influenza di Federico II e della poesia siciliana fu determinante per la successiva produzione in volgare toscano e quindi, per la storia della nostra letteratura. Ma ci torneremo.

p.s. errata corrige si legge come è scritto, non è inglese ma è una locuzione latina. Significa “errori da correggere”.